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Il CICLO DI VITA DELLA FAMIGLIA

Cos'è il Ciclo di vita della Famiglia?

 

Il ciclo vitale della famiglia è un modello teorico di riferimento.

Esso studia lo sviluppo della famiglia nel tempo attraverso l'individuazione di specifiche fasi o stadi evolutivi:  

 

 

 

 

 

 

1. Creazione della coppia coniugale

 

2. Famiglia con il bambino

 

3. Famiglia con il bambino adolescente

 

4. Famiglia con figlio adulto

 

5. Famiglia in età anziana

 

 

 

 

 

La vita della famiglia è caratterizzata da un percorso ritmato, scandito dai passaggi da uno stadio all'altro (transizioni familiari). Ogni stadio vede i singoli membri familiari coinvolti in relazioni diverse, su livelli diversi e con compiti di sviluppo diversi. Il passaggio da uno stadio all'altro nel ciclo di vita della famiglia viene favorito, ma non necessariamente determinato, dagli eventi critici attesi (nascita, matrimonio) o inattesi (divorzio, malattia, morte...) 

Compiti di sviluppo

In ogni fase evolutiva la famiglia deve effettuare delle scelte sia in base alle richieste dei propri membri interni, sia in base ad esigenze esterne del contesto socio-culturale in cui è inserita, le scelte in genere riguardano la modificazione dei ruoli, funzioni, nuove modalità relazionali, legami di lealtà, rinegoziazione del rapporto di dipendenza- autonomia (Andolfi, 2006).

Facciamo un esempio. Francesco e Vittoria, sposati da due anni hanno appena avuto un bambino. Rientrano pertanto nella seconda fase del ciclo evolutivo (quella della Famiglia con bambino) e l'evento critico che caratterizza questa fase è proprio la nascita stessa. Francesco e Vittoria hanno acquisito un ruolo in più perchè oltre ad essere coppia coniugale e figli, sono diventati genitori. In questa fase specifica di sviluppo, allora, dovranno imparare ad adattarsi alla nuova struttura familiare che si è appena venuta a creare ponendo particolare attenzione ai compiti di sviluppo dei tre livelli relazionali su cui dovranno confrontarsi: quello coniugale, quello genitoriale e quello filiale.

 

 

 

 

Con questo termine, s'intendono tutti quegli eventi che fanno vivere all'interno del sistema familiare una situazione fortemente stressante, tale da mettere in crisi il "normale" (perchè abituale, quotidiano) funzionamento della famiglia stessa. La portata dell'evento è soggettiva ed individuale; spesso ciò che mette davvero in crisi il sistema è la compresenza di più eventi critici che si verificano contemporaneamente andando a minare le basi della struttura familiare.

Gli eventi critici sono suddivisi in base alla scelta e alla prevedibilità.  

Pertanto si hanno:

 

  • eventi critici prevedibili e scelti (nascita, matrimonio, uscita di casa dei figli adulti)

  • eventi critici prevedibili e non scelti (morte)

  • eventi critici non prevedibili e scelti (separazione, divorzio)

  • eventi critici non prevedibili e non scelti (eventi traumatici come incidenti)

 

 

 

 

Crisi significa separazione, scelta, decisione.

La famiglia si separa dallo "stadio precedente" per entrare in uno completamente nuovo e sconosciuto.

Per "crisi" s'intende, allora, una disorganizzazione del sistema familiare, derivante dall'incapacità di attingere alle proprie risorse per far fronte all'evento critico (es: lutto o un cambiamento di ruolo/funzione). Questo fenomeno si verifica generalmente durante il passaggio da uno stadio all'altro nel ciclo di vita della famiglia. Ogni membro, allora, mette in campo tutte le risorse e abilità necessarie per analizzare la nuova situazione, elaborare nuovi modelli di funzionamento e gestire la situazione attuale.

E' chiaro che la qualità dell'evento critico varia a seconda delle sue caratteristiche fisiologiche, ma soprattutto a seconda della percezione e del significato che viene ad esso attribuito da tutti i membri della famiglia. "Il superamento dei momenti critici appare pertanto legato - come osserva Andolfi (2006)- non solo e non tanto alla loro qualità o intensità, quanto al grado di "minaccia" che viene loro attribuito dalla famiglia stessa ed alle risorse che essa è in grado di mettere in campo".

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando la famiglia non riesce a trovare le risorse per attuare un cambiamento si blocca ad una tappa del ciclo vitale, interrompendone la sua naturale evoluzione; possono quindi insorgere disturbi che diventano chiaramente espressione di un disfunzionamento familiare.

Patologico può diventare anche quel funzionamento familiare che, di fronte a problematiche differenti, adotta sempre le stesse strategie di comportamento risultate funzionali e adattive in passato; anche questa dinamica porta tutta la famiglia ad una fase di stallo, bloccandone nuovamente l'evoluzione. 

McCubbin e Patterson (1983) hanno identificato 3 tipi di adattamento attivo (coping): l'evitamento, l'eliminazione e l'assimilazione. Il primo comporta la negazione o la sottostima delle richieste nella speranza che queste si risolvano da sole in maniera automantica; il secondo, è il tentativo di sbarazzarsi delle richieste, nella speranza che la famiglia non debba cambiare; il terzo ed ultimo, è la modalità più evoluta di affrontare le richieste, modificando e cambiando. 

 

Eventi critici 

Fasi critiche, adattamenti e risorse della famiglia

1. Creazione della coppia coniugale 

"Un nucleo appena costituito si situa nell'intersezione di due storie familiari che affondano le radici in un complesso albero genealogico che le precede cronologicamente e che influenza concretamente la storia del nuovo nucleo: il passato della nuova coppia ... è formato dall'intreccio delle storie delle due famiglie d'origine"

(Andolfi, 2006)

Jenny Meilihove 

I compiti di sviluppo sono:

2. Famiglia con il bambino

I compiti di sviluppo sono:

3. Famiglia con adolescente

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4. Famiglia con figlio adulto

I compiti di sviluppo sono:

5. Famiglia in età anziana

I compiti di sviluppo sono:

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